Halloween party ideas 2015

I primi martiri saveriani

FOTO, saveriani doc.

È una grande memoria per la chiesa oggi cioè la memoria di san Girolamo. Un traduttore della bibbia che fino ad oggi ancora una delle migliori traduzioni della bibbia. Non ho fatto la meditazione sulla lettura propria di oggi. Intanto abbiamo celebrato la messa in santuario di san Guido Maria Conforti insieme agli altri confratelli.

FOTO, qui
La memoria è importante. Conoscendo san Girolamo ci porta nella storia della chiesa. La storia che vale la pena di conoscerla, di cercarla che cosa c’è dietro, di prenderla come punto di riferimento per la vita di oggi e per il futuro. San Girolamo (342-420) era un intellettuale, ha imparato tante lingue, servitori di Papa Damaso, un monaco (negli ultimi 30 anni della sua vita trascorsa a Betlemme). È importante conoscere la Bibbia che è La Parola di Dio, non la Bibbia come libro sacro. Girolamo ci invita a conoscere chi c’è dietro la Bibbia cioè Dio Creatore, Cristo, e la vita dei primi apostoli. Ma, anche parlava della nostra vita di oggi. Girolamo diceva l’ignoranza delle Scritture è l’ignoranza di Cristo.

Anche noi, aversani, celebriamo la memoria dei nostri tre martiri in Burundi; P. Ottorino Maule, P. Aldo Marchiol e Catina Gubert, Missionaria Laica (Buyengero, Burundi 1995). Il loro sangue versava nella terra di Burundi. Il sangue che porta la vita. Oggi, come sottolineato Padre Lanaro che celebrava la messa, ci sono tanti cristiani in Burundi. All’inizio, nell’epoca dei tre martiri c’era circa 3 % cattolici e cristiani dalle tutte le popolazioni. Oggi si aumenta circa 60%. Il loro sangue porta la vita, seminava il seme buono.

Il Burundi ancora fino ad oggi non ha la sicurezza e la pace. Ci sono ancora le guerre. A volte i nostri missionari sono stati minacciati e gli altri sono stati uccisi come ultimo le nostre tre sorelle saveriani, Olga, Bernadeta e Lucia. Con la memoria di oggi, ci incoraggiati di vedere Dio. Con Dio c’è sempre la speranza. Speriamo che la situazione del Burundi presto torni in pace.

Parma, 30/9/2015

Gordi

Natanaele chiede a Gesù
 
FOTO, qui
E' interessante la domanda di Natanaele a Gesù, perché mi conosci? Gesù conosce Natanaele prima che Filippo gli chiamasse, quando lui era sotto l’albero di fichi. Quindi, le tappe di questa conoscenza sono, vedere-conoscere-incontrare. Tre verbi importanti. Dio vede poi conosce poi incontro.

Capita anche magari a noi. Non sappiamo che Gesù ci conosce già. Ci ha visti già. Un giorno lo incontriamo e pensiamo che ci incontriamo per la prima volta. Infatti, come succede a Natanaele, Gesù ci ha visti e conosciuti.

Questa è la sua forza sopranaturale. La forza che appare anche agli angeli come ricordiamo oggi nella Festa degli arcangeli. Gli angeli soprattutto questi tre sono la forza di Dio. Come sappiamo nel loro nome, loro appartengono proprio da Dio. Michele (chi è come Dio?), Gabriele (Forza di Dio) e Raffaele (Dio ha guarito).

Questa festa mi fa ricordare l’esperienza di Lord-Franca, dove ho visto la statua di questi tre arcangeli proprio nella porta d’ingresso del luogo pellegrino di Lord. Se Natanaele chiede a Gesù perché mi conosci, io vorrei chiedere anche la forza di Dio attraverso questi tre arcangeli.

Buona giornata.


Parma, 29/9/2015

Chi è l'uomo più grande nel mondo?

FOTO, national geographic


A volte abbiamo la tendenza di essere uomo più grande di tutti. La tendenza che abbiamo quasi tutti noi. In realtà solo qualcuno che può avere questo titolo. Lui è grande perché siamo piccoli. Quindi, non tutti noi siamo o saremo grandi.

Questa tendenza di essere più grande di tutti si rivolge anche ai discepoli di Gesù. Hanno fatto la domanda e la discussione su questa volontà. Interessante perché Gesù sa tutto e sa anche come si risponde. Gesù mette un bambino (piccolo) davanti a tutti. Non per fare il contrario di chi desidera di essere più grande. Gesù dice, chi accoglie il bambino accoglie me, chi accoglie me accoglie colui che gli ha mandato. È un invito di accogliere tutti i piccoli e non di essere grande. Gesù afferma ancora, chi è più piccolo di tutti voi, questi sono grandi.
Quindi, colui che accoglie un bambino, un piccolo è il più grande.

Ancora fresca nella nostra memoria, la storia di Alan Kurdi, il bambino di tre anni che è morto in spiaggia. La sua morte è simbolo della nostra iniquità (ingiustizia). La foto ci mostra una realtà di oggi cioè nessuno vuole salvarlo. Non possiamo mettere alla colpa dei suoi genitori perché a volte, siamo noi che dobbiamo salvare la sua vita. E ancora abbiamo la nostra debolezza cioè l’individualista. Voglio salvare solo i miei (amici, gruppi, religioni, regioni, con paesi, ecc). A volte, noi che impediamo la nostra buona volontà di salvare una persona debole. Alan è rappresentante della nostra debolezza. Noi dobbiamo salvarlo. Pur troppo, lui è morto prima che salviamo.

Gesù ai suoi discepoli diceva, non impedite, colui che non è contro di voi. Anche se lui è d’altra cultura, altra religione,. Se lui fa la buona cosa, non dobbiamo impedirlo.
Preghiamo a Gesù affinché abbiamo questo coraggio di porta avanti la nostra buona volontà di salvare il mondo. Grazie Gesù.

Parma, 28/9/2015

Gordi

Il fedele tra gli infedeli
 
FOTO, qui


La gente viene ancora a partecipare alla messa. Non è vero che l’europea lascia la chiesa. La chiesa rimane ancora come luogo dell’incontro con Dio, la casa del Signore. Anche se qualcuno dai non europei pensa che la chiesa europea diventerà il museo. È vero che ci sono tante persone che non vengono in chiesa. Ma, ci sono ancora che vengono. Secondo me, è altra storia se l’europea lascia la chiesa. L’europea non può lasciare la chiesa. La radice dell’europea è la chiesa, la cristianità. Anche se qualcuno nega quest’opinione.

Ricordo uno dei miei professori di filosofia che scrive un libro sull’europea. Diceva che l’europea deve ringraziare alla chiesa che portava avanti la cultura e l’umanità dell’europea. Nella sua storia moderna, l’europea pian piano lascia la chiesa ma non vuol dire che lascia totale. Come un albero, l’europea non può lasciare la sua radice. Senza chiesa che è la sua radice, l’albero europeo non esiste.

Oggi, ho partecipato alla messa in una chiesetta fuori città di Parma. È una chiesa vecchia. Da fuori sembra che sia la chiesa senza padrone, ma dentro c’è la meraviglia. Tanti quadri vecchi curati, tante immagini meraviglie, la statua della madonna, le foto dei fedeli morti eccetera. La chiesa ha ancora la sua anima. L’anima che spinge la gente a venire alla chiesa. I fedeli sono vecchi, ma credo che abbiano ancora l’anima giovane. Non ho visto i giovani. Magari non hanno il coraggio di venire. La messa qui è sempre al pomeriggio. Il parrocco non viene perché ha la messa in parrocchia centrale.

Interessante vedere questi fedeli. Hanno animato la messa. Ascoltano l’omelia del prete. Ci sarà ancora il futuro di questa chiesa? Direi di sì, sempre c’è il futuro. È vero. Una coppia viene dal prete, porta con il bimbo. Chiede il battesimo al prete. Menomale, ci sarà ancora il battesimo. Vuol dire che c’è ancora la speranza. I fedeli hanno ancora il coraggio di venire alla messa, di portare i loro bimbi a battezzare.

Credo che questo sia un atto buono verso la chiesa futura. Io credo anche che la gente non lasci mai la chiesa. Magari in città pian piano diminuiscono i fedeli, ma in campagna ci sono ancora tante persone vengono alla messa.

Parma, 27/9/2015

Gordi

Una teologia del peregrinare di Anselm Grùn



La vita è un cammino verso la pienezza. Abitiamo in questo mondo solo per un momento. Arriverà il momento giusto per tutti noi di spostare a un altro mondo. Perciò, la nostra vita è ancora un cammino.

Anselm Grùn, un monaco benedettino tedesco, nel suo libro In cammino, una teologia del peregrinare ci racconta questo passaggio. Dal grembo della nostra madre al mondo, dal mondo ad un altro mondo. La vita è un passaggio. Passa da un posto ad un altro posto. Mi ricordo anche i miei passi in questi anni. Quando ero bambino, ho vissuto insieme i miei fino alla fine della scuola elementare. Quando ero ragazzino, comincia a vivere lontano dai miei. Sei anni, ho vissuto in collegio della scuola media e superiore. Torno a casa ogni sei messi. Dopo aver frequentato la scuola media e superiore, sono andato più lontano ancora dalla mia casa. Ho vissuto in un'altra isola. Da Flores a Jawa. A Jawa, ho vissuto anche in qualche città, Yogyakarta, Bintaro-Tangerang e Jakarta. Ho visitato anche qualche città e isola come Sulawesi, Bali e Sumatera, le città  di Bandung, Bogor, Magelang, Semarang, Muntilan, Surabaya, Bali, Lombok, Bima, Makasar, Ende, Bajawa, Maumere, Larantuka, Padang, Mentawai, eccetera.

Proprio un passaggio. Da un luogo a un altro luogo. È bello anche questo cammino. Fisicamente sono un po’ stanco ma spiritualmente no, perché sempre visto le cose nuove, i cibi nuovi, le culture nuove. La vita continua così. Nel racconto di Anselm Grùn, i primi monaci hanno vissuto così. La loro vita sempre in cammino. Interessante anche perché nel loro cammino non erano da soli. Hanno vissuto un’esperienza bella cioè il cammino con Dio. Dio presente non sempre in fisicamente, ma anche presente nelle cose che le hanno viste. Nella natura, nell’incontro, nel dialogo con gli altri. Dio presente in tutte le culture. Questo è il modo di vivere dei primi monaci cristiani. Mi pare che anche adesso, i monaci hanno ancora questo stile di vita.

Nella seconda parte, Anselm ci mostra i racconti pellegrini nella bibbia. Nell’antico testamento, per esempio, la vita del popolo di Israele è sempre in cammino. L’esodo è il racconto più famoso della loro vita. In questo cammino non erano da soli. Dio sempre presente insieme loro.

Credo che anche nella nostra vita che è il cammino, Dio sia sempre con noi. Dobbiamo trovarlo nella vita quotidiana. Come diceva il Conforti (1865-1931), andiamo in missione per VEDERE Dio, AMARE Dio e CERCARE Dio attraverso il suo popolo.

Indice
Introduzione
Parte Prima
TEOLOGIA MONASTICA
Il significato del termine peregrinati
Significati della peregrinatio
Il pellegrinaggio

Parte Seconda
TEOLOGIA BIBLICA
Termini relativi al cammino
Racconti relativi al cammino
Sulla teologia del cammino

Edizione messaggero, Padova, 2005, p. 75

Parma, 27/9/2015
Gordi

GENERARE LA VITA Di Gianfranco Ravasi




La vita degli uomi è stata generata. Non è nata così ma per tanto tempo si è generata. Dai primi fino a tutti noi oggi e anche ai nostri futuri, abbiamo la vita generata. E così, continua la vita.

Il cardinale Gianfranco Ravasi nel suo libro Genera la vitaparla di questa generazione. Inizia con fondamento biblico specialmente nel libro della genesi e poi citato anche altri libri dell’antico e nuovo testamento. Nell’antico o primo testamento ci sono tanti racconti che parlano della generazione e storia della famiglia, fratelli, eccetera.

Poi, nel nuovo testamento parla della vita. Dopo aver nato, un uomo deve continuare la sua vita. Non si può fermare dopo essere nato. Ogni uno ha il suo modo di continuare il camino della vita. Dal piccolo fino anziano. Così, il cardinale ci racconta anche della vecchiaia che è un tempo termine nella nostra vita in mondo. Ma, nella vita spirituale l’anzianità non è il tempo termine, anzi è il tempo verso la pienezza. Quando moriremo, la nostra vita sarà piena.

Vale la pena leggere questo libro. L’ho trovato nella nostra comunità ad Ancona, Marche. L’ho portato e l’ho letto. Primo capitolo è stato letto durante il viaggio da Ancona a Parma. Non sono abituato a leggere un libro o giornale in macchina, ma dopo aver visto mio amico, Hotman che stava leggendo un romanzo, mi è venuta in mente la voglia di leggere questo libro.

È così anche questo fa parte nella mia vita. La mia vita è continua, devo riempirla con le attività che possono essere utili per il mio futuro.

Genera la vita, Maschio e femmina li creò
San paolo, Milano, 2013, p. 57.

Parma, 27/9/2015


Gordi

La sapienza nell'inizio della scuola 2015-16



La vacanza o meglio l’estate è finita. Ora, siamo pronti a lasciare le esperienze della vacanza. Non possiamo rimanere qui. Bisogna andare avanti. La vita—dice qualcuno—è continua. Anche noi dobbiamo andare avanti.

Così anche noi, dopo aver fatto l’estate, ora siamo entrati nel ritmo della scuola. La scuola che è il secondo posto della nostra vita quotidiana. Sto parlando della mia vita. Come sottolineato già Padre Fabrizio, SX, tre elementi importanti della nostra vita sono la preghiera, lo studio e l’apostolato.

Vorrei anche io svolgere la mia quotidianità in questi tre ambienti. Quindi, bisogna organizare bene i tempi che ho. Non bisogna di un sapiente per farlo, ma, so che alla fine se vado avanti così, io diventerò un saggista che ha una sapienza.

Questa parola cioè LA SAPIENZA abbiamo ascoltato anche nella preghiera iniziale oggi in scuola. Don Moretto, sottolineato anche l’importanza della sapienza. Cito del libro di Sapienza 7, 12-19 che, la sapeinza alla fine diventa un amore. per avere la sapienza bisogna andare al suo ponte cioè Lui che è la sapienza. Chiedo a Gesù che è la sapienza di darmi questa sapienza e anche di dare a tutti gli studenti sopratuto in questo camino academico di questo anno.

Parma, 25/9/2015

Gordi

Toglie per vedere bene



Credo che questo il messaggio del vangelo di oggi. Gesù ci da un messaggio molto chiaro. Non dobbiamo correggere gli altri se non prima correggiamoci noi stessi. È facile correggere gli altri perché noi siamo diventati giudice. Ma, se siamo veri giudici dobbiamo rendersi conto che dobbiamo correggersi noi stessi prima di correggere gli altri.

Per questo Gesù dice, toglie per vedere bene. Togliamo quello che impedisce i nostri occhi. Cioè, quello che c’è nel nostro cuore. Quella cosa lì che ci impedisce a vedere bene gli altri. Dopo aver togliere questa, possiamo vedere bene gli altri.

Mi pare che Gesù non ci invita ad essere giudice per gli altri. Gesù infatti ci invita a togliere le robe cattive nelle nostre cuore e nei nostri occhi per poter vedere bene gli altri. Se noi abbiamo ancora queste robe cattive, i nostri occhi non funziono bene. Non possono vedere bene gli altri. Togliamo le robe cattive per vedere bene e non per giudicare gli altri.
Luc 6, 39-42

FARE IL BENE AGLI ALTRI



Una cosa stupenda di oggi che è Dio ci invita a fare del bene agli altri. È normale così, come la legge della natura. Dobbiamo fare il bene agli altri. Così che anche gli altri ci fanno del bene. C’è la reciproca.

Però, attento, perché nel vangelo di oggi, Gesù ci invita a fare di più. Quello che abbiamo parlato fino adesso è una cosa del genere cioè tutti noi possiamo farlo. Ancora nel livello umano. Anche gli atei possono farlo. E, come cristiani? Rendiamo conto che siamo cristiani, dobbiamo fare di più. Gesù già fare di più, come contro la legge di Israele che a volte mettere la legge come centro e non l’uomo.

Come cristiani, Gesù ci invita a fare del bene alle persone che non ci fanno bene. Ma, come mai? È questo che Gesù ci da di farlo. E dobbiamo farlo. È come farlo? È difficile no? Certo che è difficile. Ma, con Gesù possiamo farlo. Facciamo quello che riusciamo fare. Il resto, chiediamo a Lui.
Però, questo non vuol dire che diamo a Lui il nostro compito. No!

Dobbiamo praticare la parola che Gesù ci da. Proviamo aiutare i nostri amici. Possiamo lasciarsi dal nostro concetto ai nostri nemici. Proviamo a capirlo che anche loro sono come noi, sono uomini. Perciò, facciamo loro come noi vogliamo fare a noi stessi. Lasciamo perdere il nostro concetto, pregiudizio negativo a loro. Iniziamo con diamo il saluto a loro quando ci incontriamo. Perché nel saluto si apre la nuova orizzonte. Da lì, entriamo in una cosa più profondo cioè vedere loro come le persone che hanno bisogna del nostro saluto. Possiamo pensare dopo che anche loro come noi, siamo figli di Dio. quindi da essere nemici ad essere una famiglia. Famiglia che Dio ci ha fondato.

Ma questo è un esempio. Nella pratica magari affrontiamo un'altra cosa. Magari riusciamo a costruire una nuova relazione con loro. O, magari anche non riusciamo. Importante che noi proviamo a metterla in pratica.

Credo che a volte non riusciamo, perciò preghiamo, chiediamo la forza a Gesù affinché possiamo farlo. Con Lui, possiamo farlo meglio. Non dobbiamo affidarsi solo alla nostra forza.

Luc 6, 27-38.

La speranza per gli immigrati in Italia

foto/nextquotidiano.it
La speranza è una parola “chiave” del vangelo di oggi. Dico questo a mio parere. Magari gli altri hanno la loro interpretazione. Per me la parola “chiave” è questo.

La speranza che si collega sempre con il futuro. Gesù parla ai suoi discepoli sul loro futuro. Una parola che accompagna il loro futuro è la beatitudine. Quattro volte diceva beati voi che poveri, avete fame, piangete. Alla fine hanno la gioia, la rallegra con Gesù. Credo che i suoi affronteranno queste situazioni in cui Gesù parla.

Gesù gli da questa speranza per non avere un shock ai suoi. Gesù porta loro al di là della loro situazione. Può darsi che dopo la situazione grave, riceveranno la gioia. Infatti Gesù infondo rivolge la parola gioia. Rallegra con Lui. Quindi, Lui è sempre con noi.

In questi giorni in Italia si parla molto sugli immigrati. Come si accoglie queste persone. Le persone che sono poveri (economicamente e spiritualmente) perciò hanno fame. Non hanno cibo per mangiare ne anche la casa per dormire. I bambini si soffrono perciò sentiamo qualche rumore della loro piange. Speriamo che alla fine, hanno la gioia di vivere in questa terra della speranza.

Papa Francesco infatti nell’angelus della domenica scorsa ci ha dato un esempio di come si accoglie queste persone. Papa non solo parla o da i suggerimenti ai fedeli. Lui ci da un esempio. Ha detto che dobbiamo accoglierli. Una famiglia per una parrocchia. Una famiglia per una casa religiosa. Inizia dalla diocesi di Roma. Questo Papa ci ricorda che anche loro hanno bisogna della vita migliore. Hanno la speranza di avere il futuro gioioso.

Il brano di oggi ci tocca molto. Però, noi che dobbiamo cambiare il nostro sguardo verso loto. Se no, non siamo i discepoli di Gesù.
Luc 6, 20-26

PRM, 9/9/15
Gordi

Berbuat Baik tanpa Mengenal Waktu

PHOTO: 123rf.com


Berbuat baiklah tanpa mengenal waktu. Maksudnya, jangan berpikir untuk berbuat baik hanya waktu tertentu saja. Kita memang hidup dalam waktu. Semuanya terikat oleh waktu. Seperti Imanuel Kant yang punya waktu tetap untuk berhenti dari kerja di kantornya. Semua orang tahu, kalau dia lewat, jarum jam menunjukkan pukul  5 sore.

Manusia modern tentu hidup dan makin dikuasai oleh waktu. Jadwal kereta makin tepat waktu. Terlambat 1 menit saja sudah telat. Bahkan sudah tidak dapat kereta lagi. Demikian dengan jadwal pesawat. Kecuali kalau mau yang suka lambat ya pilih Lion Air yang masih punya tempat untuk mereka yang suka telat. Bukan salah mereka tetapi salah pengelola maskapinya.

Segala sesuatu ada waktunya. Seperti kata kitab klasik, ada waktu untuk tidur ada waktu untuk bangun. Ada waktu untuk bekerja ada waktu untuk istirahat. Hidup dalam ritme waktu memang baik. Dan, di zaman modern ini perhatian yang besar akan waktu amat penting. Tetapi, baiklah kalau kita tidak dikuasai oleh waktu. Biarlah kita yang menguasai waktu. Kita tentu bisa melampaui waktu yang ada.

Kalau kita menguasai waktu kita akan berbuat sesuai yang kita inginkan. Kita tentu ingin berbuat baik. Kebaikan memang berlaku untuk semua. Semua menginginkan kebaikan. Semua ingin berbuat baik dan menerima perlakuan baik. Kebaikan itu universal, berlaku untuk semua orang. Maka, berbuat baiklah tanpa mengenal waktu.

Jangan pernah menghitung berapa jumlah kebaikan yang Anda perbuat. Usahakan untuk berbuat baik setiap waktu. Jangan pernah mengukur besar-kecilnya kebaikan yang Anda berikan. Berbuat baiklah semampu Anda. Jika Anda belum tersenyum saat bangun dengan pasangan Anda, dengan anak Anda, berikan segera senyummu. Jika Anda belum menyapa sopir pribadi Anda dalam mobil, segeralah sapa dia. Jika Anda belum pamit dengan istri/suami dan anak-anak Anda sebelum berangkat kerja, pamitlah sebentar dengan mereka.

Jika Anda sering melanggar lampu merah, segeralah berhenti saat lampu merah menyala. Jika Anda sering mencuri jalur pengendara lain, segeralah mengerem mobil Anda dan membiarkan kendaraan lain berjalan dalam jalurnya. Pelan-pelan Anda sedang berbuat baik. Dan teruslah berbuat baik semampu Anda dan kapan pun. Saat malam, ingatlah kembali kebaikan yang Anda berikan sepanjang hari tanpa menghitungnya. Bahkan, jika masih sempat, ucaplah salama tidur kepada pasangan, anak-anak, atau orang yang Anda jumpai. Jika Anda masih kuat, mampirlah ke tempat tidur anak Anda dan kontrollah sebentar kalau-kalau ada nyamuk yang mengigitnya.

Kecil tetapi berguna. Besar dan bermanfaat. Itulah kebaikan. Tidak mengenal waktu. Tidak mengenal ukuran. Kebaikan mesti melampaui waktu dan bobot. Kebaikan itu setara dengan matahari. Kita tidak pernah melihat matahari. Kita hanya melihat sinar matahari, melihat benda-benda yang disinari oleh cahaya matahari.

Seperti matahari, kebaikan juga tidak bisa kita lihat. Kebaikan adalah sesuatu yang abstrak. Kebaikan menjadi nyata ketika kita mewujudkannya dalam perbuatan. Ya, seperti menyapa sesama pengguna jalan kaki di pagi hari, ketika Anda mengujungi kolega yang sakit, ketika Anda menjemput anak Anda di sekolah, ketika Anda memperlakukan pembantu Anda seperti manusia terhormat seperti Anda, ketika Anda tidak menjadikan artis dambaan Anda budak seks Anda. Inilah bukti bahwa kebaikan itu bisa jadi nyata. Kita tidak melihatnya tetapi kita bisa melihat perbuatan baik yang merupakan wujud nyata dari kebaikan itu.

Salam cinta kebaikan.

PRM, 7/9/2015


Gordi

Dipublikasikan pertama kali di BERBUAT BAIK TANPA MENGENAL WAKTU

Madre di Gesù e le nostre mamme

La madonna della villa san Giuseppe
a Bologna
Ricordiamo oggi la natività di Maria. A me questa celebrazione fa pensare alle tutte le madre. La mia madre, le mie sorelle, le nonni, le maestre, e le mie amiche. Non a caso se penso a loro. La figura di Maria, madre di Gesù si vede nelle nostre madre e sorelle.

Nel vangelo che leggiamo oggi (Mat 1, 1-16, 18-23) ci racconta la nascita di Gesù, suo figlio. Interessante perché lì si parla soprattutto della figura di Giuseppe, suo sposo. Occorre avere fede per accettare il progetto di Dio. Giuseppe ha fatto così. Aveva capito questo progetto dopo aver ascoltato la voce del Signore attraverso un angelo.

Maria come Giuseppe, accetta anche questo progetto. Un po’ speciale qui perché il bambino viene concepito dallo Spirito Santo. Ma, Dio manda il suo angelo a Giuseppe per capire bene questo mistero. Qui, si vede la fedeltà di Maria e Giuseppe al progetto di Dio.

Maria si rappresenta oggi nelle nostre madre che fanno tutto per i loro figlio. È grande il compito di una mamma per crescere bene il suo figlio/la sua figlia. Maria è stata il primo esempio per le nostre madre. Lei ci da l’esempio sia spirituale che materiale come si cura i bambini.

Buona festa della natività di Maria. 


Per fare il bene non occorre un tempo giusto. Diciamo che tutto il tempo è per fare il bene. Non c’è il tempo per fare il bene e per fare il male. Nella cronaca si dice che c’è il tempo per fare tante cose. C’è il tempo per dormire e c’è il tempo per svegliare. Questo è giusto. Noi viviamo nel tempo. Ma, per il bene non c’è il tempo. Il bene è fuori tempo cioè tutto il tempo è per fare il bene.

Gesù dice questo anche agli scribi e ai farisei che si basano la loro vita sulla legge. Per loro, il giorno di sabato è il giorno in cui non si può lavorare. Quindi, non si può anche fare il miracolo o un segno in quel giorno. Gesù domandava loro, quale sarebbe migliore nel giorno di sabato, fare il bene o fare il male, salvare la vita di qualcuno o sopprimerla? Una domanda che si mette loro in difficoltà di risponderlo.

Al di là di questa domanda è l’invito di Gesù. Ci invita di fare il bene per tutto il tempo. Non c’è la misura nel tempo per fare il bene. Tutta la vita è per fare il bene. Come ha fatto Gesù all'uomo che ha la mano destra paralizzata. Chiediamo al Signore affinché anche noi vogliamo fare il bene per tutto il tempo della nostra vita. [Luc 6, 6-11]

Buona giornata.



Quando un bambino sorride, i genitori dicono c’è la speranza da questo bambino. La speranza per crescere bene, per la vita migliore, per allontanare dalla malattia. Sorriso è un simbolo della speranza.

Oggi pomeriggio, siamo andati a trovare don Luciano alla casa della cura delle piccole figlie. Una cosa che mi ha impressionato è il suo sorriso quando siamo entrati. Gli ho salutato per il primo quando l’ho visto. Mi ha guardato e subito con il suo sorriso. Poi, i miei amici, Padre Raimondo e Jorge, messicano gli hanno salutato dopo.

Luciano ancora in questa casa. La casa della cura. Sta ancora curando. Sta meglio anche rispetto ai giorni scorsi. C’è la speranza per tornare alla vita migliore, alla vita buona dopo aver perso l’energia nelle operazione a causa di qualche malattia del parte dentro.

Questa visita è la terza volta per me in questa casa. La prima era in ospedale maggiore di Parma. Era ancora grave. Appena fatto l’operazione. Anche nella visita per la prima volta alla casa delle piccole figlie. Non era ancora riuscito a parlare bene e a conoscere bene i visitatori. Oggi, invece molto bene. Mi ha saputo già. Spero che pian piano torna alla vita prima. La gente e i fedeli della sua parrocchia stanno aspettando il loro pastore.

Il suo sorriso mi fa la gioia. Aumenta la mia gioia quando vede una persona ammalata così ma ancora riesce a sorridere ai visitatori. Il suo sorriso sicuramente è un segno che ci da l’informazione importante. Cioè, vuol dire che lui sta bene. Lui riesce ancora a darci il sorriso che magari può dare solo dalle persone non ammalate.


Daci anche il nostro sorriso agli altri. 

Gesù libera il sordomuto
Mc 7, 31-37


Che bello leggere il vangelo di oggi. Gesù ci da un esempio come liberatore. Lui libera il sordomuto. Essere sordomuto è essere una persona limitata. Non può ascoltare gli altri, non può chiedere qualcosa a qualcuno, non può esprimere la sua esperienza. È proprio limitato.

Con questa limitazione sicuramente gli altri l’hanno messo a parte. Non volevano vivere con una persona limitata. Possiamo immaginare che com’è difficile la vita di quest’uomo. Possiamo anche immaginare, se fossimo noi in posto suo, saremmo anche noi affrontare questa difficoltà. Se fossimo noi della parte degli altri cioè noi che viviamo con una persona limitata com’è il nostro atteggiamento?

Gesù è venuto per liberare quest’uomo. Gesù sicuramente sa che quest’uomo vuole essere liberare. È Gesù lo fa con una parola, Effatta, apriti! La parola di Gesù è potente. La parola che muove e chiede un cambiamento. È questo cambiamento che ha vissuto quest’uomo dopo aver ricevuto la liberazione da Gesù.

Leggendo questo brano m’immagino me stesso. Ho la bocca e gli orecchi. Non sono un uomo sordomuto. A volte, però, non ho usato i miei orecchi ad ascoltare Dio che mi parla. Non ho ascoltato gli altri che mi stanno parlando di una cosa. Anche con la mia bocca, non l’ho usato per parlare bene degli altri. L’ho usato per parlare male degli altri.

Tutto questo viene fuori da dentro cioè dal mio cuore che pieno delle cose cattive. Le cose che mi mettono in difficoltà. Anch’io voglio essere liberare da queste cose.

Chiediamo al Signore di liberarci dalla nostra abitudine cattiva. Spero che Gesù venga a noi a liberarci affinché possiamo ascoltarlo e seguirlo nella sua strada.

Buona domenica

gambar/kompas.com Sabrina Asril

Pemimpin yang baik adalah dia yang tahu kebutuhan rakyatnya. Dia dipilih karena rakyat yakin, dia bisa memerhatikan mereka. Rakyat senang jika dia bisa menyanggupi harapan ini.

Ini hanya salah satu kriteria pemimpin yang baik. Banyak kriteria lainnya. Kriteria ini kiranya penting karena menyangkut kehidupan bersama terutama kehidupan rakyat sebagai pemilih. Pemilih cerdas akan menunggu sapaan dari pemimpin yang dia pilih. Sedangkan pemilih yang mendasarkan pilihannya akan uang tidak peduli dengan sapaan pemimpin. Baginya uang tetap uang. Maka, jika pemimpin memberinya uang lagi seperti saat kampanye, dia akan bangun dari tidur malasnya.

Jokowi dan Ahok dalam kunjungan mereka ke bilangan Semper Barat, Cilincing, Jakarta Utara kemarin memberikan bantuan yang betul-betul dibutuhkan oleh masyarakat. Jokowi juga Ahok kiranya tahu kebutuhan anak-anak sekolah saat ini. Mereka membagikan buku tulis untuk anak-anak sekolah. Hadiah ini kiranya menjadi tanda bahwa Jokowi dan Ahok memerhatikan masa depan anak-anak kota Jakarta. Salah satu cara meraih masa depan yang sukses adalah dengan pendidikan. Dan, buku tulis itu kiranya menjadi bentuk dukungan Presiden dan Gubernur DKI akan masa depan anak-anak ini.

Pemimpin seperti kiranya patut diacungi jempol. Bantuan yang mereka berikan memang bukan saja untuk anak-anak. Orang tua juga mendapat jatah yang berbeda. Menarik di sini melihat cara kedua tokoh ini memberi bantuan. Semuanya dapat. Orang tua dan anak-anak. Anak-anak adalah masa depan. Kedua tokoh kiranya tahu, masa depan itu mesti disiapkan. Maka, anak-anak itu mesti disiapkan. Masa depan memang masih jauh maka perlu juga memerhatikan masa sekarang. Dan kedua tokoh ini cermat melihat hal itu. Bantuan untuk orang tua adalah untuk memenuhi kebutuhan masa sekarang. Sedangkan bantuan untuk anak-anak adalah untuk memenuhi kebutuhan masa depan.

Cilincing adalah salah satu kawasan terbelakang di Jakarta. Penulis pernah menyaksikan sendiri bagaimana situasi warga di sana. Anak-anak sekolah di sini tentu beda dengan anak-anak lain di bilangan Kelapa Gading, Bintaro Jaya, Senen, dan kawasan lainnya yang lebih maju. Karena keterbelakangannya ini, Cilincing banyak dikunjungi orang yang peduli. Tak cukup kiranya berkunjung sekali. Jika hanya sekali, Anda belum dikatakan orang peduli. Situasi di sana—4-5 tahun lalu—cocok untuk menguji tingkat kepedulian seseorang. Kiranya Jokowi dan Ahok datang ke sana bukan saja mengukur kepedulian mereka tetapi yang paling utama adalah menyapa warga mereka. Sapaan kepedulian tentunya.

Salam untuk saudari/a ku di Semper, Cilincing, DKI Jakarta.

PRM, 4/9/2015


di kaki gunung inilah orang Trento menanam apel dan anggur


Hidup mesti kreatif. Kalau tidak kreatif, boleh jadi jatuh dalam kebosanan. Demikianlah hidup menjadi sebuah kebosanan jika tidak sanggup membuatnya dengan kreatif.

Orang kreatif tidak pernah membuang kesempatan yang ada. Dia akan mencari cara agar waktu yang ada diisi dengan hal yang berguna. Entah bagi kehidupannya, sesama, sosial, juga lingkungan hidup. Ahli komputer yang kreatif tidak akan pernah merasa dirinya hebat. Dia akan terus memperbarui ilmunya. Mencari cara baru mengatasi persoalan komputer.

Demikian dengan seorang sarjana teknik mesin yang selalu mencari cara termudah dan murah untuk menciptakan sebuah mesin baru. Cara baru seperti ini hanya bisa ditemukan jika dia kreatif mencarinya. Mencari dengan mencoba, gagal, lalu coba lagi, tanya sana-sini, dan sebagainya.

Kekreatifan itulah yang dimiliki petani apel dan anggur di daerah Trento, Italia bagian Utara. Trento rupanya dikenal sebagai penghasil apel yang terbaik dan terbanyak di Italia. Juga penghasil anggur yang bagus. Keberhasilan ini tentu saja tidak mudah. Bayangkan saja, sebagian besar wilayah Trento berada di antara beberapa gunung dan lembah. Gunung itu bukan gunung yang penuh dengan pohon. Gunung-gunung tersebut berupa bongkahan batu. Batulah yang jadi dasar gunung itu. Ada lelucon teman saya, kalau ada orang Trento jangan kaget jika kepribadiannya seperti orang Jerman. Tepat waktu, tegas, dan teguh pada pendiriannya. Ya seperti batu yang tidak mudah dipecahkan.

buah apel di trento
Mungkin keteguhan ini kurang bagus karena akan membuat yang lain sulit bekerja sama. Jika setiap orang berpegang kuat pada pendiriannya dan tidak mau menerima pendapat orang lain, kehidupan bersama akan retak. Keteguhan di satu sisi justru menjadi pintu menuju keberhasilan. Keteguhan seperti inilah yang dimiliki masyarakat Trento. Dengan keteguhan itu, mereka mencari cara agar mereka bisa bertahan di tanah yang kelihatannya tidak mudah menghasilkan sesuatu.

Pencarian mereka berbuah. Mereka menemukan bahwa di lahan mereka, bisa tumbuh apel dan anggur. Mereka menanam apel dan merawatnya sampai menghasilkan apel yang terbaik di seluruh Italia dan Eropa. Demikian juga dengan anggur. Rupanya di sini ada lumbung anggur yang besar sekali. Di lumbung inilah mereka menampung hasil anggur mereka sebelum disebarkan ke seluruh Italia dan Eropa.

Orang biasa akan melihat posisi Trento sebagai tanah tanpa harapan. Tetapi bagi orang Trento, tanah mereka justru menjadi harapan besar. Mereka yakin sekali akan hal ini. Tak jarang jika sejak kecil mereka selalu berharap. Mungkin karena ini orang Trento terkenal dengan keperibadian mereka yang tegas, teguh pada pendirian. Tidak ada kata gagal dan tidak bisa untuk orang Trento. Bagi mereka, semuanya bisa saja terjadi sesuai kehendak kita. Asal saja kita mau mencobanya. Teman saya dari Trento pernah menasihati saya dengan kata-kata harapan seperti ini. saya kenal dia sebagai orang yang tegas dan mau mencoba segala sesuatu. Jika gagal dia akan mencoba lagi sampai menemukan dirinya gagal total. Jika gagal total dia akan bilang, ini di luar kemampuan saya. Saya sudah mencobanya sekuat tenaga dan saya tidak bisa.
selalu ada jalan di antara 2 gunung

Mencoba sampai menemukan keterbatasan rupanya menjadi sikap yang arif menghadapi sebuah kemungkinan. Jika tidak mencoba memang akan mustahil menemukan keterbatasan itu. Orang Trento kiranya sudah banyak mencoba menanam apel, melewati masa gagal panen, sampai akhirnya menemukan cara terbaik untuk menghasilkan apel dan anggur terbaik di Italia.

Selamat mencoba.

Sekadar berbagi dari seberang.

PRM, 3/9/2015
Powered by Blogger.